ARISTOTELE: L’ETICA E LA POLITICA
Aristotele individua una dimensione individuale dell’uomo e una dimensione sociale dell’uomo.
Rispetto alla dimensione individuale sostiene che: l’uomo virtuoso utilizza la ragione, per due motivi:
- per espletare l’attività intellettiva; cioè quella propriamente umana,
- ciò era possibile realizzando le virtù dianoetiche e raggiungendo la sapienza (accessibile soltanto a saggi e filosofi)
- per dominare gli impulsi sensibili e trovare in ogni circostanza il giusto mezzo tra gli estremi
- questo realizzando le virtù etiche e conseguendo la saggezza (accessibile a tutti)
VIRTÙ DIANOETICHE:
sono l’esercizio stesso della ragione:
- arte: produzione di oggetti;
- saggezza: direzione del comportamento, capacità di scegliere il giusto mezzo in cui consistono le virtù etiche;
- intelligenza: indagine dei primi principi;
- scienza: deduzione dai principi e dimostrazione;
- sapienza: conoscenza delle realtà più alte e sublimi.
VIRTÙ ETICHE:
sono il dominio della ragione sugli impulsi sensibili (saggezza)
- giustizia: più alta tra le virtù etiche;
- moderazione;
- magnanimità;
- temperanza.
Queste virtù assicurano all’uomo la felicità => EUDAIMONÍA
Invece rispetto alla dimensione sociale sostiene che: l’uomo è un animale politico.
In quanto trova nella società la condizione della sua piena realizzazione.
In virtù della sua natura socievole costituisce:
- la famiglia, la cellula base della società;
- il villaggio, l’insieme di famiglie;
- la polis, l’insieme di villaggi
Quindi la miglior forma di governo della città-Stato è la politéia.
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